La Storia

Il Castello di Pissignano

Borgo Lizori - Pissignano Alta
Il castello di Pissignano di Campello sul Clitunno è un tipico esempio di castello di pendio triangolare con torre di vedetta in alto e mura degradanti verso la pianura, a forma triangolare e con edifici compatti che formano delle schiere di case divise da strade parallele e pianeggianti, raccordate tra loro da stretti vicoli, che spesso si inoltrano in archivolti ricavati al di sotto delle stesse abitazioni.
Il nome deriva dall’antico Pissinianum, ossia piscina di Giano, una costruzione che si trovava in prossimità dell’attuale Tempietto del Clitunno. Il primo nucleo si sviluppò in epoca romana lungo la Flaminia, e solo alcuni secoli più tardi si sviluppò l’altro nucleo, quello collinare, per via della costituzione di una piccola comunità benedettina, si suppone intorno al XI secolo. In questo periodo si decise di cingere con mura il nucleo abitato tant’è che proprio alla loro presenza prese il nome di Borgo San Benedetto e il monte sovrastante tuttora si chiama Monte San Benedetto o Colle Revalioso.
L’impianto del castello non è esattamente uniforme in quanto si possono riconoscere al suo interno diverse fasi di costruzioni o ammodernamenti avvenute nel corso dei secoli, secondo le varie vicissitudini storiche causate dall’essere un castello di confine facente parte del distretto di Spoleto, distretto che Federico II costituì nel 1200 e con cui il Castello di Pissignano ha condiviso gran parte della sua storia ad eccezione di alcuni brevi periodi di occupazione.
Origine del nome

Perché Borgo LIZORI?

“Lì”,

avverbio di luogo, nella nostra lingua, dove.

“Zo”,

etimo del verbo greco vivere.

“Ri”,

sempre dal greco antico, orao ossia vedere.

LI-ZO-RI: Lì dove-la vita-vede, lì dove-la vita-si contempla

Con un passato glorioso di secoli alle spalle e una stagione più recente (dal secondo dopoguerra in poi) in cui il castello fu ridotto in uno stato di totale abbandono, il Borgo ha conosciuto la sua rinascita a partire dalla seconda metà degli anni ’70 per iniziativa di un gruppo di italiani – architetti, ingegneri, imprenditori, artigiani, professionisti – coordinati da Antonio Meneghetti, artista che molto ha amato questi luoghi e in cui si è formato artisticamente.

. L’intervento di riqualificazione del Borgo è stato condotto con risorse esclusivamente private, investite da decine di persone, accomunate da entusiasmo e passione, non solo per acquistare e ristrutturare, ciascuno, la propria unità immobiliare (ruderi), ma anche per restituire alla fruizione collettiva tutti gli spazi di uso comune. Senza sussidi né sponsor, senza finanziamenti pubblici o di terzi, senza alcun intento speculativo. Per questo luogo si è aperta quindi una stagione di nuova giovinezza che l’ha restituito ai nostri giorni e rappresenta oggi uno dei rarissimi castelli triangolari di pendio perfettamente preservati in Italia. Coloro che hanno lavorato e investito nel recupero di questo borgo da oltre quaranta anni lo chiamano affettuosamente Lizori.
Oggi il borgo oltre ad ospitare il Relais e il Ristorante Il Gallo d’Oro è sede di numerose associazioni, enti e istituzioni sia a carattere nazionale che internazionale, che operano in vari campi: da quello artistico a quello scientifico, da quello di ricerca a quello formativo di un uomo laborioso nel suo luogo, ma aperto alla nuova globalizzazione per radiare valori sociali, di civiltà e sviluppo. 

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